Agli alunni e alle famiglie delle scuole di Picerno e Vietri di Potenza
Ai docenti, al personale amministrativo e ai collaboratori scolastici
Oggetto: messaggio del dirigente
Carissimi,
le attività che quotidianamente eravamo soliti svolgere sulla linea del tempo hanno subìto un repentino e inimmaginabile cambiamento. Il tempo, infatti, non scorre più in maniera lineare ma sembra essere sospeso.
Viviamo all’interno di una “grande pausa”, una sorta di parentesi sterilizzata, nella quale ci siamo dovuti rifugiare per proteggere noi stessi e i nostri cari, nella speranza che l’emergenza sanitaria evolva rapidamente verso la normalità e che la quotidianità torni a dispiegarsi in maniera lineare; in attesa, cioè, che il tempo ritorni alla sua regolare scansione.
Questa pausa forzata, però, non diventi sospensione ma vissuto; facciamo in modo che la distanza non si trasformi in assenza.
La Scuola c’è.
È sofferente, aspetta le voci degli alunni, il calore degli abbracci, la gioia dei sorrisi… è sospesa, ma c’è.
Il lavoro amministrativo procede, con un passo più lento, ma va, perché è giusto garantire la continuità del servizio all’utenza e, forse, anche perché abbiamo bisogno di aggrapparci a brandelli di normalità.
Registro, con emozione e gratitudine, lo sforzo di tanti e tanti docenti che, in maniera a volte spontanea e altre più coordinata, mettono a disposizione il loro “tempo sospeso” per renderlo “tempo vissuto” per gli alunni e con gli alunni, sebbene a distanza.
Ho notizie di genitori che hanno dovuto rivedere l’organizzazione familiare, ridisegnando ruoli e consuetudini, nel tentativo di dare senso e forma a una situazione che ancora non riusciamo a definire con un nome preciso.
Già, un nome.
È talmente inusuale ciò che sta accadendo che finanche la grammatica dell’evento dovrà essere rivista: gli avverbi di tempo cambieranno la loro durata, gli aggettivi qualificativi vedranno aumentata la loro intensità, i sostantivi sembreranno più inconsistenti, tanto è grande la difficoltà di accettare con concretezza ciò che caratterizza l’oggi. I verbi, poi, soprattutto quelli di moto, dovranno essere coniugati in una forma nuova, sicuramente rallentata, perché siamo all’interno della “grande pausa”.
E quanto è difficile spiegare ai bambini ciò che non si conosce, quant’è penoso aiutarli a vivere con serenità il rapporto con la paura, ma dobbiamo farlo!
Dobbiamo farlo, perché la misura della paura è la più grande tutela di cui possiamo dotarli!
Rivolgo un pensiero particolare ai nonni, angeli custodi dei più piccoli, che abbiamo festeggiato insieme in tante occasioni e che, in questi giorni di surrealtà, si vedono condannati a non poter coccolare i propri nipoti, pur di tutelare la propria e l’incolumità dei cuccioli.
A tutti invio un messaggio di vicinanza e di presenza, ricordo che ci siamo e vi aspettiamo, raccomando di seguire alla lettera le direttive e le ordinanze delle autorità sanitarie e governative, perché rappresentano il nostro scudo contro l’ignoto e sgradito ospite che è venuto a farci visita.
A chi si preoccupa del rallentamento negli apprendimenti voglio dedicare una semplice riflessione, con l’augurio che possa rassicurare e rasserenare gli animi.
Al di là dei contenuti specifici delle varie discipline, il compito fondamentale e trasversale della scuola è aiutare le persone a crescere, a diventare consapevoli del proprio ruolo nel mondo, a divenire in una parola “adulti”. Allora, se è questo l’obiettivo finale, anche l’esperienza che stiamo affrontando non può andare sprecata e solo così la “grande pausa” non sarà stata inutile. Del resto, a pensarci bene, la pausa è tempo, un tempo che aiuta a sentire, riflettere, approfondire; un tempo che ci fa scoprire un volto nuovo nelle cose, un tempo che ci restituisce la necessità di riconoscere i valori fondamentali dell’essere.
Pertanto, se la premessa è giusta, alla fine di questo significativo tempo, avremo appreso tutti qualcosa in più, avremo riempito di significati la “grande pausa” e ci ritroveremo tutti un po’ più grandi.
La Scuola c’è.
Vincenzo Vasti