La scuola primaria a tempo normale di Picerno è intitolata a
Oscar Pagano
La scuola si trova nei pressi di piazza Statuto tra via Oscar Pagano e via X Maggio. L'edificio fu donato da Nicola Felice Prospero Pagano, un picernese che era emigrato in Argentina in cerca di fortuna, portando sempre nel cuore il suo paese natio. Quando il figlio Oscar, appena laureato, morì in un incidente aereo, decise di edificare in Picerno una struttura che fosse a beneficio dell'intera comunità e, in particolare, dei più piccoli proprio per conservare la memoria del figlio Oscar attraverso le generazioni a venire.
Dalla delibera comunale del 16 luglio 1927 n. 35: "l'edificio stesso abbia la perpetua destinazione di scuola elementare e sia intestato perpetuamente alla memoria del defunto figlio Oscar di esso donante". Il giorno 19-10-1929 l'edificio venne inaugurato. In seguito al sisma del 1980 e a quelli del '90 - '91 ha subito danni ed è stato ristrutturato. La scuola è tornata agli alunni il 16 -06 -1996 ed ospita attualmente le classi di scuola primaria a tempo ordinario.
La scuola primaria a tempo pieno di Picerno prende il nome dalla via in cui è situata, vale a dire
XXV Aprile ma è temporneamente ubicata nella sede centrale.
Il 25 Aprile è il giorno in cui l'Italia intera celebra la "Festa della Liberazione" che ricorda la fine del periodo nazi-fascista e, appunto, la liberazione dell'Italia dalla dittatura di Mussolini (alleato di Hitler) e la vittoria dei Partigiani antifascisti che organizzarono la Resistenza per riconquistare la libertà e la democrazia.
Proprio il 25 aprile 1945 i Partigiani (con l'aiuto e l'appoggio degli Alleati americani e inglesi) entrarono vittoriosi nelle principali città, liberando l'Italia e gettando le basi per una nuova democrazia.
I Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, soldati, sacerdoti, lavoratori, operai, contadini, socialisti, cattolici, comunisti: insomma, gente di diverse idee politiche, fede religiosa e di diverse classi sociali, ma che avevano deciso di impegnarsi in prima persona (rischiando la propria vita) per porre fine al fascismo e fondare in Italia una democrazia, basata sul rispetto dei diritti umani, della libertà individuale, senza distinzione di razza, di idee, di sesso e di religione.
La Costituzione Italiana attuale, nata dalle idee di democrazia e di libertà degli antifascisti, fu elaborata negli anni successivi proprio da quegli uomini che avevano lottato contro il fascismo.
Si ritiene, infatti, che la nostra Costituzione sia figlia della Resistenza antifascista.
La scuola primaria di Vietri di Potenza è ubicata sul corso principale e intitolata a
Giacinto Albini
Giacinto Albini (Napoli, 24 marzo 1821 – Potenza, 11 marzo 1884) patriota, politico, poeta e letterato italiano.
Primogenito di don Gaetano Albini, dottore fisico e cerusico di Montemurro, ed Elisabetta Mirgigno di Napoli, Albini discendeva da una famiglia sarconese, trasferitasi a Montemurro nel 1521 a seguito del matrimonio di Nicola Albini con Aurelia D'Elia, appartenente alla nobiltà baronale.
Laureato in giurisprudenza e lettere, nel 1848 si fece promotore e fondatore di un "Circolo Costituzionale" a Montemurro e di un comitato antiborbonico di stampo repubblicano.
Dopo aver passato l'anno 1856 in giro per la Basilicata, la Puglia, la Calabria, il Salernitano e il Cilento a ordinare le file dell'Associazione Unità d'Italia, fu perseguitato dalla polizia borbonica come pericoloso rivoluzionario. Sebbene condannato per ben tre volte, rispettivamente dalle corti criminali di Napoli, Potenza e Catanzaro , riuscì sempre a evitare la cattura, rimanendo nascosto in Basilicata. Dopo aver disapprovato e sconsigliato la spedizione di Sapri, nel 1857 Montemurro fu poi individuata quale centro d'azione della Basilicata dalle guardie borboniche e Albini dovette trasferire la sede del comitato nella masseria della famiglia Marra in località Morroni, sempre nel territorio di Montemurro, poiché il paese fu completamente raso al suolo dal terremoto del 1857. Lo stesso Giacinto Albini miracolosamente sopravvisse, dopo essere rimasto sepolto dalle macerie di una casa per oltre 24 ore.
La caccia senza quartiere dei Borboni contro i rivoluzionari costrinse Albini a trasferirsi ancora, questa volta a Corleto Perticara. Nel 1860, dopo dodici anni di aspirazioni e cospirazioni, prima a Montemurro (il 14 agosto), nella stessa Corleto (il 16 agosto), poi a Potenza (il 18 agosto), i rivoluzionari lucani con Giacinto Albini furono fautori della insurrezione della Basilicata contro i Borboni; questa fu la prima regione meridionale continentale ad unirsi al Regno di Sardegna.
Giuseppe Garibaldi nominò pertanto il patriota montemurrese governatore della provincia di Basilicata, con poteri illimitati, nel loro incontro ad Auletta, avvenuto il 5 settembre 1860.